PADOVA E ROMA

Che la nostra città fosse un fiorente municipio romano è fuori dubbio, e lo scrisse anche il grande storico nostro concittadino Tito Livio che visse dall'anno 59 prima di Cristo all'anno 17 dopo.

Padova rifulse specialmente durante l'impero romano e seguì le sorti di Roma fino alla caduta di quell'impero. Però ben poche memorie sono rimaste nella vecchia città di quell'epoca gloriosa, qualche muraglia dell'Arena, qualche pezzo di marmo scolpito e qualche lapide raccolta nel Museo Civico.

Questa mancanza di monumenti romani si deve attribuire alle tremende invasioni dei barbari, più truce di tutte quella dei Longobardi avvenuta nel 568, nella quale il loro re Alboino ordinò la completa distruzione di Padova, per punirla della tenace resistenza da essa opposta alle sue mire di conquista.

Sulle rovine della Padova romana sorse in seguito la città medioevale, con le sue case quasi tutti di legno, case che nel 1174 vennero distrutte da un terribile incendio, in numero di oltre 2500, come ricorda una lapide che trovarsi sulla soglia della canonica di S. Canziano ed ora collocata nel Civico Museo. Venne ricostruita la città ai tempi della Repubblica Padovana, e poi più moderna sotto il governo della Serenissima. Per tutte queste vicende scomparve quasi ogni traccia della romanità di Padova, lasciando pochi ricordi visibili e molti forse ancora nascosti e sepolti nel suo sottosuolo.

Tra i ricordi romani visibili, non ultimo è il tracciato delle antiche strade cittadine, dalle cui linee generali si può ancora arguire il piano della città romana. Di queste strade parleremo in altra Notizia.

    

 

 

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Ignazio Sommer (Merzio)